Una massa di circa 64.000 tonnellate di ghiaccio, acqua e rocce si stacca dalla parete travolgendo 11 persone e ferendone altre 7. Il crollo della Marmolada del 2022 è stata una "tragedia climatica"
Il 2 luglio 2022 avvenne la tragedia della Marmolada. Alle 13:43:20 una massa di circa 64.000 tonnellate di ghiaccio, acqua e rocce si staccarono dalla parete travolgendo 11 persone e ferendone altre 7. Le immagini del distacco e le conseguenze sono ancora ben nitide nella memoria di chi abita e frequenta le Dolomiti. Una ricerca, pubblicata nel 2023 sul sito Nature, correla gli eventi climatici dell'estate 2022 alla tragedia

di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il 2 luglio 2022 avvenne la tragedia della Marmolada. Alle 13:43:20 una massa di circa 64.000 tonnellate di ghiaccio, acqua e rocce si staccarono dalla parete travolgendo 11 persone e ferendone altre 7. Sono passati solo due anni ma le immagini del distacco e le conseguenze sono ancora ben nitide nella memoria di chi abita e frequenta le Dolomiti.
Una ricerca, pubblicata nel 2023 sul sito Nature, di Aldino Bondesan dell'Università di Padova e di Roberto G. Francese dell'Università di Pavia, correla gli eventi climatici dell'estate 2022 alla tragedia.
L'accelerazione del ritiro del ghiacciaio della Marmolada dagli anni 2000 in poi è evidenziata dall'aumento dei tassi di ritiro, che sono passati da passando da 3,94 metri all'anno nel periodo 1880-2000 ai 31,95 metri all'anno del periodo 2001-2021. Questo andamento trova conferma in tutti i ghiacciai della stessa regione della Marmolada, l'Europa Centrale, che oltre ad una breve fase di recupero negli anni '80 del secolo scorso, sono stati tutti interessati da un rapido ritiro. Negli ultimi 116 anni, il ghiacciaio della Marmolada ha perso circa l'89% del proprio volume risultando così frammentato.
Le condizioni climatica del luglio 2022
Lo studio evidenzia come il collasso del luglio 2022, che ha interessato una piccola parte del ghiacciaio 600 metri ad ovest da Punta Penia, abbia lasciato esposta una parte quasi verticale alta 23 metri e abbia coinvolto un volume di circa 70.400 metri cubi causando una scossa equivalente ad un magnitudo 0,6.
Le temperature medie annuali del 2022 hanno segnato un balzo rispetto alle medie climatiche precedenti: la temperatura massima è stata maggiore di +1,9°C rispetto alla media 1990-2020, così come la temperatura minima. Nello specifico la zona della Marmolada ha registrato un aumento delle temperature medie di +1,6°C rispetto al trentennio precedente.
Quel giorno, in Marmolada, si registravano +10,7°C.
Tali temperature, sopra la media da maggio dello stesso anno, si stima abbiano portato alla fusione di 75.000 metri cubi di acqua nelle sette settimane precedenti al collasso. Di questa enorme quantità d'acqua, 11.000 metri cubi erano già stati assorbiti dal crepaccio sovrastante la linea di distacco andando a riempirlo quasi totalmente: nei giorni precedenti al crollo non si erano riscontrate fuoriuscite d'acqua per cui si può stimare che il ghiacciaio stesse ritenendo tutto il volume accumulato nei mesi precedenti. L'acqua infine si è fatta strada nei sedimenti basali del ghiacciaio inferiore causando una pressione galleggiante determinando un sollevamento dello strato di ghiaccio e infine il crollo.

Una serie di sfortunati eventi
Una serie di eventi ha portato al crollo definitivo della porzione di ghiacciaio della Marmolada: l'inclinazione del ghiacciaio e la morfologia delle rocce sottostanti, i crepacci esistenti e l'anomalia di temperatura nell'estate 2022. Per chi si occupa di clima e di montagne questo crollo è stato particolarmente impattante e totalmente inaspettato. Poter vedere ad occhio nudo le conseguenze sull'ambiente alpino e sulle vite umane della crisi climatica ha segnato l'estate 2022 e ha cambiato le vite di molte famiglie che avevano sempre guardato ai ghiacciai e alle Alpi come luoghi sicuri, luoghi di casa. La conferma che questa tragedia è stata amplificata dalle anomalie climatiche indotte dall'uomo dovrebbe far riflettere sulla fragilità degli ambienti montani, sulla loro pericolosità (in un clima totalmente nuovo) e sulla necessità di agire collettivamente per ridurre al minimo queste tragedie in futuro.